Ecco tutto ciò che c’è da sapere
sulle zanzare,
incubo di ogni estate
Tante specie diverse, perfettamente adattate:
adorano il nostro sangue e svelano la vulnerabilità
degli esseri umani. In molte parti del mondo
trasmettono anche gravi malattie
C’è un insetto più antipatico della zanzara?
In «Zanzare», il secondo romanzo di William
Faulkner, ambientato su un panfilo che
naviga sulle acque di un lago, gli esseri
umani appaiono frenetici, assurdi e
fastidiosi come le zanzare che li pungono.
Spesso senza far rumore, questo insetto
atterra sulla nostra cute e pratica un foro
con la sua proboscide. L’effetto è un
prurito insistente.
Come ha scritto Karl von
Frisch, uno dei maggiori studiosi d’insetti,
noi uomini dobbiamo astrarci dall’idea di
essere i primi attori sul teatro della Terra
e di pensare che ogni cosa sia al nostro
esclusivo servizio. Lo zoologo
austriaco asserisce che anche i più modesti
esseri viventi sono equipaggiati con la
medesima cura dell’arrogante razza umana per
affrontare la lotta per l’esistenza.
SI NUTRE DEL NOSTRO
SANGUE
La fastidiosa zanzara
possiede organi di volo di grande
perfezione; ha due sole ali, quindi
appartiene ai ditteri. Così come noi
appena vediamo il cibo ci viene l’acquolina
in bocca, la zanzara all’attacco appare
dotata di ghiandole per la salivazione:
praticata la ferita nella
nostra pelle, emette una gocciolina di
liquido tossico che provoca l’irritazione
della cute; le serve per produrre
un’infiammazione locale, dovuta alla
dilatazione dei vasi sanguigni: intensifica
l’afflusso del sangue. Il veleno provoca
dolore, ma è utile ad attingere quel nettare
che è il nostro sangue. Tutto questo perché
il suo apparato succhiatore è troppo sottile
per infilarsi a fondo nella pelle. Inoltre,
la goccia di liquido
irritante ha l’effetto di impedire che il
sangue si coaguli.
Le zanzare non sono così vecchie come
altri insetti. Sono
apparse solo 35 milioni di anni fa e
la loro alimentazione è specialistica: si
nutrono di sangue, quello animale a sangue
caldo. Non fanno troppe distinzioni: il
nostro sangue vale quello di una mucca o di
un uccello, per cui, pur sentendoci
perseguitati, non siamo i loro unici
fornitori. Per fortuna sono i soli insetti
che si alimentano con il sangue, fatta
eccezione dei tafani ematofagi.
A succhiare, però, sono
sempre e solo le femmine, poiché, sia
i tafani maschi sia le zanzare maschio non
colpiscono gli esseri viventi. La ragione è
semplice: il sangue serve per far
raggiungere la maturazione alle uova,
altrimenti si nutrono di sostanze
zuccherine. Nel mondo degli insetti i maschi
sono dediti quasi esclusivamente alla
riproduzione. Quelli delle zanzare vivono
poco, dai sette ai 15 giorni, mentre le
femmine da uno a cinque mesi, poiché sono
capaci di svernare entrando in una sorta di
letargo in attesa di un clima migliore.
TUTTA COLPA DELLE
FEMMINE
Tra gli insetti il
maschio viene immolato per salvaguardare la
sopravvivenza della specie. Il caso
più famoso è quello della mantide religiosa,
di cui parla Roger Caillois ne «Il mito e
l’uomo»: durante la copula morde il maschio,
quindi lo decapita e lo divora a i pezzi;
pare che da qualche tempo i maschi di questa
specie prendano la cautela di portare con sé
un piccolo dono alimentare, una preda da
porgere alla femmina con cui si uniscono, al
fine di distrarla. In realtà, la mantide
mangia il maschio perché ha subito bisogno
di un buon pasto proteico.
LE
MALATTIE
La zanzara è un flagello per le malattie
che trasmette: malaria, febbre gialla,
dengue, encefaliti; inoltre, rende
inabitabili intere regioni del globo.
In Italia ci sono 60
specie di zanzare, ricorda il biologo
Marco Di Domenci in «Italiani pericolosi»:
12 sono le Culex, nome della specie più
diffusa; tre le Anopheles, che veicolano la
malaria, poi ci sono le Aedes, cui
appartiene la zanzara tigre e la «zanzara
coreana», Aedes koreicus, ultima arrivata,
segnalata nelle zone montane del Bellunese.
Entrambe sono probabilmente giunte
dall’Oriente per nave, dentro dei copertoni,
anche se si suppone che gli aerei siano un
ottimo veicolo per far migrare insetti da
una parte all’altra del mondo.
L’ACQUA PER RIPRODURSI
Le zanzare sono un
flagello anche per via della capacità di
riproduzione: una femmina genera 300 uova;
poiché il ciclo vitale è di sette giorni e,
dato che si riproducono dopo due giorni
dalla nascita (larva, poi pupa, quindi
insetto), da una zanzara possono nascere 250
milioni di miliardi di zanzare nell’arco di
otto mesi. Per nostra fortuna c’è la
darwiniana lotta per la sopravvivenza:
pipistrelli, rondini, altri insetti. La
zanzara, il cui nome italiano è di origine
onomatopeico, è una specialista dell’acqua;
dove c’è, e ci sono batteri, lei appare.
Senza l’acqua non si riproducono; basta un
sottovaso o un barattolo abbandonato. Sono
in grado di colonizzare anche le acque più
povere di ossigeno. Partono dall’acqua e lì
tornano, per questo sono diventate le nostre
compagne inseparabili.
SENTONO IL NOSTRO
ODORE
Ma come fanno a
individuarci? Grazie ai sensilli;
percepiscono le vibrazioni e i cambiamenti
di pressione con i recettori antennali; con
gli ocelli, i loro «occhi», diciamo così,
vedono le radiazioni infrarosse prodotte dal
nostro corpo, sentono l’anidride carbonica
che emettiamo. Colgono il nostro odore anche
a distanza di 70 metri. Per colpire il
bersaglio mettono in azione i ricettori del
calore e dell’umidità. Speriamo solo che non
le stiano studiando in qualche centro di
ricerca bellica, perché, se la loro
tecnologia verrà trasferita ai droni,
insetti tecnologici, sarà fatale per
chiunque sarà preso di mira da loro.
Articolo di Marco Belpoliti pubblicato su
La Stampa il 21 luglio 2015
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