Leo Alati era un socialista di
razza. Uno di quei compagni che vivono
la militanza in maniera devota, quasi
come fosse una religione.
Non riusciva a vedere
il male nelle cose: il suo atteggiamento
nei confronti della vita, della
militanza politica che lo ha
accompagnato per tutta la vita, del
lavoro che tanto lo appassionava, era
quello di vedere sempre le cose con
spirito costruttivo e positivo.
Due tra le sue
caratteristiche più evidenti erano
il rispetto per il prossimo e il
sorriso sempre stampato sul volto.
“Non sto bene”, mi disse all’ultimo
evento di partito, dove ci piaceva
fare lunghe chiacchierate. “Ma non
intristiamoci, parliamo d’altro”-
aggiunse.
Era una forma di
rispetto anche quella. Non generare
negatività, ma al contrario,
nonostante la sofferenza, continuare
a fare quello che sempre normalmente
facevamo: parlare della nostra
Calabria (Leo era originario di
Africo), della sua professione che
faceva senza mai risparmiarsi (era
un ottimo medico del lavoro), del
partito.
Leo se ne va con la discrezione che
lo contraddistingueva quando, con
quel bellissimo sorriso e
quell’inconfondibile stile sui
generis, si avvicinava e diceva:
“allora, dove eravamo rimasti”?
Sarebbe molto
orgoglioso di come il partito ha
reagito alla sua scomparsa. Con
dolore e sgomento.
Ciao Leo, amico caro.
Jean Baptiste Colbert, ministro delle finanze
di Luigi XIV, il re Sole, nel diciassettesimo secolo, diceva:
“l’arte della tassazione consiste nello spennare l’oca in modo
da ottenere il massimo delle penne con il minimo di starnazzi”.
È convincimento diffuso che l’aumento
del numero di immigrati comporti un incremento della
criminalità. A poco servono i freddi dati statistici che
raccontano tutta un’altra storia: tra il 2014 e il 2017
le rapine sono diminuite del 23,4 %, i furti del 20,4%,
gli omicidi del 25,3 % .
Edward Lorenz, meteorologo del MIT, teorico della
teoria del caos, intitolò una sua conferenza: “Può il battito di una
farfalla in Brasile provocare un uragano in Texas?”. Su farfalle e
uragani lasciamo disquisire gli esperti, anche se di caos come
italiani lo stiamo diventando tutti.
Per amor di patria meglio evitare considerazioni
su un governo che annuncia l’abrogazione del numero chiuso per
l’accesso alla facoltà di medicina, salvo poi smentirsi, e con i
ministri competenti che dichiarano che a loro non risulta. Numero
chiuso? Quale? Perché ce n’é più di uno.
Avevo assistito alla marcia
dei 40 mila di 38 anni fa. Avessi potuto questa
volta avrei partecipato. In molti avevano i
capelli bianchi? Vuol dire che non si battono
per loro ma per Torino, per il Piemonte e per le
nuove generazioni.
Calabresi
Ero curioso conoscere di dove fosse
originario il pm Luca Palamara perché è un cognome tipico
calabrese. Ma fin quando era un magistrato potente i tg
affermavano che era di Roma, dove in effetti è nato. Ora che
però è nei guai gli stessi tg dicono che è originario
dell'Aspromonte, in Calabria. Sono gli stessi tg che quando
un calabrese vince un premio Nobel affermano che è italiano,
quando compie un reato evidenziano che è calabrese.
5 giugno 2019
Leo Alati
Qualcuno sa spiegare?
Qualcuno sa spiegare per quale per me
incomprensibile ragione io che lavoro e ho un buon reddito
debba usufruire di sconti per mostre, manifestazioni varie,
biglietti ferroviari ecc. solo perché ho compiuto 65 anni
mentre un giovane disoccupato deve pagare la tariffa intera?
21 maggio 2019
Leo Alati
C'è di peggio
Ieri un operaio sudamericano mi ha detto
che è un ingegnere ma che da noi la sua laurea non è
riconosciuta, che aveva un lavoro adeguato nel suo Paese,
però preferisce vivere e far crescere i suoi figli in Italia
per la libertà che c'è e per il sistema sanitario. Ha
aggiunto: si, lo so che voi italiani vi lamentate della
vostra sanità, ma solo perché non sapete com'è all'estero.
19 maggio 2019
Leo Alati
Semplice ma non per
tutti
A chi sta all'opposizione il dovere di
denunciare i problemi, a chi si trova al governo quello di
risolverli. Non è un concetto difficile da recepire, tranne
che per leghisti e M5S. Continuano a denunciarli come se il
compito di risolverli spettasse ad altri.
6 maggio 2019
Leo Alati
Non è in discussione se si
farà o no la TAV da Budapest a Lisbona e si
dirama per il nord Europa. Si farà. Il problema
è se deve passare da Torino o al di là delle
Alpi.
Alcune foto
e vignette presenti in questo sito sono prese da internet, quindi valutate di
pubblico dominio. Se il soggetto o gli autori dovessero avere qualcosa
in contrario alla pubblicazione, basta segnalarlo alla redazione, alla
mail la_risaia@libero.it Si
provvederà alla rimozione delle immagini.