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Leo Alati

Toh, ma guarda: il fatto non sussiste

Paola Bacchiddu

Sul processo Ruby e su certa sinistra che ha sinceramente rotto le scatole.
"Toh, ma guarda: il fatto non sussiste. Così, con un colpo di spugna ai 7 anni comminati in primo grado, i magistrati della seconda sezione della Corte d'appello di Milano hanno assolto il Caimano. Non solo non c'è concussione, ma neppure il tramenio erotico tra ville, statue lubrìche, Bunga Bunga e lenzuola è attività giudicata reato. Boom: l'accusa di prostituzione minorile è deflagrata come un proscenio di cartapesta che s'accartoccia di colpo. Intendiamoci: io Berlusconi non l'ho mai votato. Non compongo nessuna consorteria, non nutro le truppe dei suoi sostenitori, non sono un'adorante fanatica. Anzi, a essere intellettualmente onesti, è giusto scrivere che ha sempre rappresentato quella narrazione antropologica che rifuggo, per educazione e cultura.
Eppure ho sempre pensato – ché grazie al cielo nessun fanatismo ideologico m'ha ancora obnubilato le sinapsi – che questo processo fosse una farsa. Il diversivo che si nutre di tutti i vizi italioti - non ultimo la morbosità e una certa sessuofobia - sventolato come ghiottoneria mediatica sopra la faccia di tutti gli italiani.

E ho sempre creduto che Berlusconi per ben altre responsabilità dovesse essere inchiodato ai suoi errori: politicamente e giudiziariamente. Diciamocelo: s'è trattato di commedia fin dal principio. Tutto inopportuno, sopra le righe, nello scivoloso border line tra esigenza di verità e morbosità pure un po' bigotta. Quelle domande dei giudici al velinume, infilate come una rivoltella dentro la lingerie. L'insistenza nell'esigere i dettagli erotici. Tutto questo, a me, ha disturbato fin dall'inizio.
Mi è sempre parsa più una golosa polpetta da far sbranare al moralismo di una certa sinistra, che non altro. Perché al di là dello spericolato porsi in una condizione di ricattabilità verso queste donne, considerando il ruolo istituzionale che ricopriva, i costumi sessuali dell'ex premier sono e saranno sempre affari suoi.

Ma come farà, adesso, quella sinistra che si è scandalizzata per un bikini, senza più neppure motivazioni giudiziarie ad avallare la guerra del buon costume contro il nemico di una vita? Come sopravviverà, ora, il Tribunale della Santa Inquisizione delle femministe, sacerdotesse del corpo e degli orgasmi altrui? Forse è giusto invitarlo a spostare lo sguardo: da quell'insopportabile hýbris del pensarsi sempre depositaria del buon costume e del retto vivere, al fagotto di ipocrisia e cattive condotte che imberta sotto il tappeto, mentre bercia contro il Bunga Bunga".

Tratto da Facebook - 19 luglio 2014

 

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