Le urla inutili sui migrantiQuando impreca contro l’«invasione» la Destra italiana sembra fare di tutto per dimostrare il suo vuoto politico. Prima di impartire lezioni così aspre la Chiesa dovrebbe invece essere sicura di avere sempre evitato calcoli e silenzi prudenti
Quando impreca contro «l’invasione degli
immigrati» la Destra italiana sembra
fare di tutto per dimostrare che la sua
cifra essenziale resta il vuoto
politico, l’inesistenza di idee e di
programmi. A cui essa supplisce
con appelli all’emotività, con il dar
voce crudamente a «ciò che pensa la
gente». Il che può anche essere giusto,
ma cessa completamente di esserlo quando
poi ci si guarda bene — come essa per
l’appunto si guarda bene — dall’offrire
ai sentimenti e alle opinioni suddetti
la minima soluzione sensata, qualunque
sbocco che non sia un no cieco, il
chiudere gli occhi di fronte alla
realtà. Che cosa propone di fare Matteo
Salvini, ad esempio, quando l’Sos di una
zattera di disperati semisommersa dalle
onde arriva a un nostro centro radio? Ce
lo dica: in concreto non a chiacchiere,
che cosa si dovrebbe fare? Lasciarli
affogare e chiuderla lì? Magari
speronarli per fare prima? E una volta
raccolti dove li si porta? «Indietro»:
indietro dove? Sulle coste libiche che
sono terra di nessuno? per sbarcare
sulle quali ci vuole un’operazione
militare in piena regola, magari da
replicare dieci volte a settimana ? È
questo che propone Salvini?
È un’idea della politica
autoreferenziale, ciecamente legata a
quello che essa crede il proprio
tornaconto, interessata solo alle
contrapposizioni plateali. Quella
politica, per l’appunto, che ha
autorizzato il segretario della
Conferenze episcopale italiana,
monsignor Galantino, a definirne gli
esponenti «piazzisti da quattro soldi
che pur di raccattare voti dicono cose
straordinariamente insulse». Vero. Ma
forse per impartire lezioni così aspre
bisognerebbe anche essere assolutamente
sicuri di parlare in nome di
un’ispirazione e di una prassi politiche
del tutto scevre di calcoli e di silenzi
prudenti, improntate solo alla verità e
all’equità. In specie su un tema come
quello dell’immigrazione, che per sua
natura vede in gioco una molteplicità di
cause e di attori, e quindi di
responsabilità. E invece mi sembra di
non aver mai sentito una coscienza pur
necessariamente universale, come quella
cui dà voce monsignor Galantino,
esprimersi sul conto dei governi dei
Paesi africani, ad esempio, con lo
stesso piglio ultimativo, con lo stesso
tono moralmente deprecatorio usati ogni
giorno nei confronti dei governi dei
Paesi europei. Eppure, se da un punto di
vista cattolico questi ultimi appaiono
colpevoli di uno scarso spirito di
accoglienza, non hanno forse molte colpe
e responsabilità anche i governi dei
Paesi africani da cui proviene una così
larga massa degli immigrati ?
Credo bene che ci sia chi voglia o debba
fuggire via! Ma se è così, non
crede forse monsignor Galantino che
governi del genere meritino una rampogna
aspra e insistita perlomeno analoga a
quella riservata ai governi, ai politici
e alle opinioni pubbliche occidentali?
Una rampogna che però, come dicevo, non
mi sembra di avere mai udita. Articolo di Ernesto Galli della Loggia pubblicato sul Corriere della Sera il 12 agosto 2015 (13/8/2015) |
© 2012 La Risaia La voce dei riformisti vercellesi |
Webmaster & Design by Francesco Alati |