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L’Aquila, scienziati al rogo come le streghe
Siamo ancora nel Medioevo della giustizia

Piero Sansonetti

La sentenza contro gli scienziati e i tecnici della commissione Grandi Rischi assomiglia in modo impressionante alle sentenze che venivano emesse nel Seicento in Massachusetts contro le donne che venivano considerate streghe. Ai tecnici della commissione – condannati a sei anni di carcere – è stato imputata la colpa di non avere previsto un terremoto – quello dell’Aquila – sebbene tutti sappiano che dal punto di vista umano e scientifico la previsione dei terremoti è impossibile.

Il senso della decisione dei giudici è speculare al senso delle sentenze contro le streghe: agli scienziati viene rimproverata l’assenza di capacità divinatorie, alle streghe, viceversa, veniva rimproverato l’abuso di capacità divinatorie. Entrambe le sentenze, questo è indiscutibile, affondano le radici in una cultura medievale e oscurantista che è durissima a morire. In Italia succede, a cicli, che ritorni il medievalismo giuridico. Mi ricordo, quando ero ragazzo, il famoso processo Braibanti, nel quale un professore romano fu accusato di “plagio” nei confronti dei ragazzi e fu condannato per questo reato che per fortuna qualche anno dopo fu cancellato dai codici.

Cosa possiamo fare di fronte a questa sentenza folle e ridicola? Possiamo fare quasi nulla perché in Italia il potere della magistratura è sempre più grande, è assoluto, e violentemente autoritario. La sentenza contro gli scienziati è stata emessa da un giudice monocratico, cioè è stata decisa da un tizio che ovviamente non sa nulla di scienza ma che ha nella sue mani il potere di rovinare la vita alla gente. Verrà un giorno – come diceva Fra Cristoforo… – nel quale una grande rivolta travolgerà la discrezionalità e il medievalismo del potere giudiziario? Può darsi, lo spero, ma temo che sia un giorno lontano. Noi non lo sappiamo, ma viviamo in un regime con fortissime caratteristiche tipiche della dittatura. Condannare uno scienziato perché non ha previsto un terremoto è come nominare senatore un cavallo.

La sentenza contro gli scienziati e i tecnici della commissione Grandi Rischi assomiglia in modo impressionante alle sentenze che venivano emesse nel Seicento in Massachusetts contro le donne che venivano considerate streghe. Ai tecnici della commissione – condannati a sei anni di carcere – è stato imputata la colpa di non avere previsto un terremoto – quello dell’Aquila – sebbene tutti sappiano che dal punto di vista umano e scientifico la previsione dei terremoti è impossibile.

Il senso della decisione dei giudici è speculare al senso delle sentenze contro le streghe: agli scienziati viene rimproverata l’assenza di capacità divinatorie, alle streghe, viceversa, veniva rimproverato l’abuso di capacità divinatorie. Entrambe le sentenze, questo è indiscutibile, affondano le radici in una cultura medievale e oscurantista che è durissima a morire. In Italia succede, a cicli, che ritorni il medievalismo giuridico. Mi ricordo, quando ero ragazzo, il famoso processo Braibanti, nel quale un professore romano fu accusato di “plagio” nei confronti dei ragazzi e fu condannato per questo reato che per fortuna qualche anno dopo fu cancellato dai codici.

Cosa possiamo fare di fronte a questa sentenza folle e ridicola? Possiamo fare quasi nulla perché in Italia il potere della magistratura è sempre più grande, è assoluto, e violentemente autoritario. La sentenza contro gli scienziati è stata emessa da un giudice monocratico, cioè è stata decisa da un tizio che ovviamente non sa nulla di scienza ma che ha nella sue mani il potere di rovinare la vita alla gente. Verrà un giorno – come diceva Fra Cristoforo… – nel quale una grande rivolta travolgerà la discrezionalità e il medievalismo del potere giudiziario? Può darsi, lo spero, ma temo che sia un giorno lontano. Noi non lo sappiamo, ma viviamo in un regime con fortissime caratteristiche tipiche della dittatura. Condannare uno scienziato perché non ha previsto un terremoto è come nominare senatore un cavallo.

Articolo pubblicato su Gli Altri di martedì 23 ottobre 2012

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