I produttori: “Anche questo è made in Italy”
Riso, incognita sulle semine
L’ente nazionale al governo Letta: “Bruxelles ci tuteli dall’import a dazio
zero”. Il timore è che molti agricoltori scelgano altre colture più redditizie.
Simona Marchetti
Cosa
si coltiverà nelle risaie nella campagna 2014? La risposta è ancora
un'incognita, ma il timore è che anche quest’anno, come nel 2013 appena
concluso, molti agricoltori pensino di trovare soluzioni alternative al riso.
L’appello a tre ministri
«Adesso tocca al ministero fare la sua parte - spiega il presidente dell’Ente
Risi Paolo Carrà, oggi a Roma - chiederò alle Risorse agricole di convocare il
tavolo tecnico con quello dello Sviluppo economico e della Salute. Occorre fare
pressione su Bruxelles perché applichi la clausola di salvaguardia contro Paesi
come Cambogia e Myanmar, con cui sono in vigore trattati bilaterali che
consentono importazioni a dazio zero. Potrebbe verificarsi un cambiamento
epocale, altrimenti, che cancellerà aziende, posti di lavoro, e modificherà il
territorio». E sottolinea: «La commissione è fatta di tecnocrati, che applicano
alla lettera i regolamenti - aggiunge -: non possiamo aspettare che accada il
peggio, ne va del nostro futuro. E anche le nostre riserie, ormai, subiscono
anche la concorrenza delle altre industrie europee».
Consumi nazionali in lieve calo
L’Enr ha appena lanciato il consueto sondaggio sulle semine: «Non ci sono dati
dalla validità scientifica - aggiunge Carrà - ma è prevedibile una riduzione
degli indica e un aumento dei lunghi A». Le varietà per il consumo interno
infatti sono le uniche ad aver garantito risultati positivi: «I consumi
nazionali sono lievemente in calo, ma non oltre l'1% - conferma Mario Preve,
presidente dell'Airi, l'associazione delle industrie risiere - la grande
distribuzione però non ha alcuna intenzione di accettare l'aumento dei prezzi
dei risoni, che consideriamo positivo per gli agricoltori, con cui stiamo
lavorando in sintonia sia sulla questione della clausola di salvaguardia, sia
sulla legge per il mercato interno».
Segnali positivi nel 2014
Per ora, il bilancio di collocamento al 31 dicembre indica una situazione forse
anche migliore, rispetto a un anno fa: sulla disponibilità di 1.447.783
tonnellate, 528.955 sono state vendute, ne restano 918 mila. Un anno fa su un
milione 646.103 mila tonnellate ne erano già state piazzate 575.474, le
rimanenze superavano il milione di tonnellate. Il bilancio presentato al
ministero inoltre ha segnalato al 31 agosto 2013, un aumento delle esportazioni
del 5,2%. È soprattutto il lungo a farla da padrone: delle varietà da interno,
come il Carnaroli, è stato venduto al 31 dicembre quasi il 10% in più del 2012,
con prezzi in crescita, mentre il lungo B è in diminuzione, dal 38,98% al
32,14%. «Le vendite ci sono - spiega Giovanni Cardone della Cia - anche se i
prezzi non sono quelli che gli agricoltori vorrebbero. A soffrire soprattutto i
risi da esportazione». Proprio nell’export la campagna 2012-2013 si è chiusa con
un aumento del 5,2%.
Pubblicato l'8-01-2014 su
La Stampa
(9 gennaio 2014) |