Le
riforme contro la democrazia
Felice Besostri
Se viene approvata la
revisione costituzionale e
non viene censurata la legge
elettorale, abbiamo un
governo totalmente diverso
da quello prefigurato dalla
nostra Costituzione,
passiamo da un sistema
parlamentare a un premierato
assoluto: una
persona, il Primo Ministro
per 5 anni non ha più
controlli.
La cosa principale che tutti
devono pensare è che se
nessuna lista raggiunge il
40% dei voti validi
espressi, vanno al
ballottaggio le due prime
liste senza nessun limite di
voti che hanno loro e
soprattutto di quanta gente
è andata a votare.
Applicando questa norma alle
elezioni passate, significa
che può governare con il 54%
dei seggi una lista che
rappresenta tra il 18 e il
23% degli aventi diritto al
voto.
Il ricorso contro
l’Italicum
Abbiamo presentato, come
Coordinamento per la
democrazia costituzionale,
18 ricorsi ai quali faranno
seguito altri 7, e tutti
questi ricorsi presentati a
Tribunali di città sedi di
Corti d’appello, hanno lo
scopo di mandare davanti
alla Corte costituzionale e
far annullare la legge
elettorale chiamata Italicum.
I motivi di ricorso sono 14.
Il motivo principale
è quello della procedura di
approvazione (con
voti di fiducia) che
riteniamo contraria alla
Costituzione: se questo
venisse accolto avremmo
l’annullamento totale della
legge. Gli altri motivi
importanti sono l’entità del
premio di maggioranza e
soprattutto il fatto che se
nessuna lista raggiunge il
40% dei voti si deve andare
a un ballottaggio tra le
prime due liste senza
nessuna soglia.
La legge elettorale
non va perché riteniamo che
neghi la rappresentanza
a favore di una falsa
governabilità, dico falsa
perché con il fatto che chi
è eletto può cambiare
casacca, non è neanche detto
che chi conquista la
maggioranza attraverso un
sistema artificiale poi
possa governare.
La decisione più probabile
da parte della Corte
costituzionale, che però è
subordinata dalle questioni
che gli mandano i giudici
perché non può pronunciarsi
al di fuori di questo, è la
questione della mancanza di
una soglia minima, in questo
caso per accedere al
ballottaggio. Se venissero
applicati i principi della
sentenza 1/2014 (che abolì
parzialmente il Porcellum),
questa legge
andrebbe annullata nelle
parti principali:
il premio di maggioranza, la
riserva di posti ai
capilista e la questione del
ballottaggio.
Gli scenari
Ci sono due scenari in
relazione a cosa deciderà la
Corte costituzionale: se fa
l’annullamento totale della
legge si va a votare con il
cosiddetto Consultellum, la
parte della precedente legge
elettorale che non è stata
colpita dall’annullamento
della sentenza 1/2014, cioè
un sistema proporzionale
senza premi di maggioranza;
se invece fossero accolti
alcuni dei nostri rilievi,
lo scenario più probabile è
che venga annullata la fase
del ballottaggio, in questo
caso se nessuna lista
raggiunge il 40% dei voti si
fa una distribuzione
proporzionale dei seggi.
Insieme alla strategia
giudiziaria, che ha i suoi
limiti nella diversa
composizione della Corte
costituzionale rispetto a
quella che cancellò il
Porcellum, si è avviato
anche un altro percorso, che
è quello del referendum
abrogativo delle parti più
significative di questa
legge elettorale: il premio
di maggioranza, in modo
particolare dato con il
ballottaggio, e la questione
dell’elezione assicurata ai
capilista per cui i
capilista saranno
complessivamente più della
metà del Parlamento, gente
ancora una volta nominata ma
non eletta.
La legge elettorale
– va comunque ricordato – è
stata approvata con il voto
di fiducia e per questo è
illegittima.
La riforma
Costituzionale
Revisione costituzionale e
legge elettorale sono tra
loro strettamente legate,
per questo accanto
all’impegno davanti ai
Tribunali c’è quello della
raccolta delle firme per
avere il referendum sulla
revisione costituzionale. La
cosa importante è che – nel
mese di ottobre.
probabilmente – ci sia una
grande maggioranza di No a
questa revisione
costituzionale. Se nello
scenario peggiore la Corte
costituzionale non dovesse
eccepire nulla sull’Italicum
e la revisione
costituzionale fosse
approvata, si andrà a votare
con l’Italicum, con la
conseguenza che se anche
fosse annullato dopo, come
abbiamo visto con il
Porcellum, un Parlamento
eletto con una legge
incostituzionale resta in
carica. Se ci sarà un Sì
alla revisione
costituzionale
avremo una Camera elettiva
sola che voterà la fiducia
al Governo e sarà una Camera
eletta con una legge
ipermaggioritaria.
Non c’è nessun caso finora
tra i Paesi dell’Unione
Europea che ha una Camera
sola e una legge
ipermaggioritaria, con
un’eccezione: l’Ungheria di
Orban.
È la combinazione tra l’Italicum
e la revisione
costituzionale che
costituisce il maggiore
pericolo, per questa
concentrazione di potere
nelle mani di un uomo solo.
Dovessero vincere i No, come
mi auguro, succede che lo
stesso Italicum non sta in
piedi perché ci sarebbe una
legge ipermaggioritaria per
una delle Camere e per la
seconda avremmo invece una
legge che è il residuato
degli annullamenti
precedenti; ci dovrebbe
essere invece un sistema
omogeneo, anzi ritengo che a
quel punto una legge per una
sola Camera sia
incostituzionale.
Siamo in una situazione
grave: se viene
eletta una Camera con questa
legge è un punto di non
ritorno.
tratto dal blog di Felice Besostri
www.felicebesostri.it (31 marzo 2016) |