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Leo Alati

I grillini sono i nuovi barbari. Sul caso Berlusconi hanno bombardato di mail i membri della Giunta

 

Non si placa la polemica su ciò che è diventato un autentico “caso Berlusconi”, ossia la spinosa situazione della decadenza da senatore del Cavaliere, in attesa del voto della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari che lunedì prossimo dovrà decidere in merito. Oltre alle opinioni e alle prese di posizione sulla delicata vicenda da parte non solo degli esponenti politici, ma anche di autorevoli giuristi e costituzionalisti, il MoVimento5Stelle prova a esprimere la sua linea, proponendo un’azione che presupponga un giudizio rapido su Berlusconi, e bombardando di mail i membri dell’organo parlamentare. A denunciare queste modalità è Enrico Buemi, senatore socialista – nonché membro della Giunta – che ha espresso tutta la sua contrarietà alla richiesta avanzata dal senatore grillino Mario Michele Giarrusso di avviare l’iter della Giunta sulla vicenda della decadenza del leader del Pdl, lunedì prossimo, e poi proseguire ad oltranza.

Senatore, c’è qualcuno che pensa di ridurre a una seduta la delicata questione sulla decadenza di Berlusconi.

Il relatore Augello sarà ascoltato con attenzione, e poi si avvierà il dibattito. C’è da parte di alcuni colleghi, penso ad esempio al capogruppo del Pd, un atteggiamento di responsabilità, da parte di altri no. Mi riferisco ai colleghi del MoVimento5Stelle, il cui capogruppo in Giunta è abituato a girare con la pelle di leopardo e la clava in mano.

Ossia?

Non dimostra alcun interesse per le regole e i principi di garanzia previsti per i condannati. I grillini hanno un metodo giustizialista di affrontare le questioni; è come se avessero sempre la mano sulla ghigliottina. Loro non intendono accettare il confronto, la loro posizione è precostituita. Personalmente mi riservo di ragionare e di confrontarmi, innanzitutto, con la mia coscienza.

Hai denunciato di aver subito un autentico “mail-bombing” da parte di un esponente grillino.

Manifestare la propria opinione politica, in ogni forma e in ogni dove, è lecito, ma non può trasformarsi in ciò che ho definito “stalking politico”, basato su una pressione indebita e violenta subìta non solo da me, ma da tutti i membri della Giunta. Siamo componenti di un organo giudicante, le nostre idee si formano dentro l’organo, ossia all’interno della Giunta. La mail-bombing innescata da Roberta Lombardi (ex capogruppo M5S a Montecitorio) non ha fatto altro che inasprire gli animi e compromettere la serenità di giudizio.

Sul social network “Facebook” hai dovuto pubblicamente chiarire la tua posizione in merito al “caso Berlusconi”, dopo che alcuni media avevano sostenuto fossi tra quelli pronti a votare contro la decadenza del Cavaliere.

Ogni decisione, per quanto mi riguarda verrà presa nella sede propria, la Giunta ripeto, dopo che sarà concluso l’iter previsto dal regolamento del Senato, con gli approfondimenti necessari nelle sedi deputate. Alcuni media continuano ad attribuirmi posizioni mai espresse, e tra l’altro in contrasto con il delicato, alto ed imparziale compito che mi compete quale componente di un organo parlamentare, che nel caso specifico svolge una funzione giurisdizionale.

Non è la prima che succede: lo scorso giugno un noto quotidiano nazionale ti aveva indicato tra i principali assenteisti nei lavori a Palazzo Madama.

Esatto, un altro caso di uso storto e distorto della comunicazione e dell’informazione.

Silvia Sequi

Intervista di Silvia Sequi pubblicata da L'Avanti! il 5/9/2013

(Giovedì 5 settembre 2013)

 

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