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Leo Alati

Dal milione di posti di lavoro ai mille euro in busta paga

Intervista a Giuliano Cazzola.

 

 

Onorevole Cazzola, Renzi ha annunciato una rivoluzione su lavoro, cuneo fiscale, debiti alla PA. Da più parti si dice che manchino le coperture.

Renzi è riuscito a fare un’operazione sull’Irpef che può essere anche utile, ma che non ha alcuna relazione con la riduzione del costo del lavoro. Non si tratta di una politica che possa aiutare la ripresa e possa incrementare la competitività delle imprese. Non si rilancia la domanda così perché se ci sono 50 euro in più a fine mese sulle buste paga, in un momento di incertezza e di crisi come questo, non si aumenta la spesa, ma a limite il risparmio. Vorrei capire che pensa Squinzi che prima ha sparato sulla Croce Rossa affondando Letta e poi ha tirato la volata a questa banda di ragazzi incompetenti e presuntuosi.

Renzi continua a annunciare vittorie.

Io credo che la comunicazione conceda a Renzi molto più di quanto meriti. In epoche diverse visto quanto accade sarebbe stato coperto di ridicolo. Si cerca di aumentare a dismisura la comunicazione per coprire la sostanza, anche se leggendo tra le righe tutto è piuttosto chiaro.

Ci sono delle analogie con la strategia di Berlusconi dal “milione di posti di lavoro” in poi?

Si sta esacerbando quanto già visto con Berlusconi. Renzi è un Berlusconi di sinistra. In realtà siamo di fronte a una strategia di comunicazione che punta tutto sulle europee per capitalizzare il credito che Renzi è riuscito a ottenere, ma non è detto che sia in grado di conservare a lungo.

Se questa è la strategia di Renzi a cosa punta?

Punta a dare un’immagine di sé come di colui che voleva davvero cambiare tutto … ma non glielo hanno fatto fare. Se riesce a far passare la legge elettorale al Senato, potrà andare al voto e giocarsela con Berlusconi.

Perché allora la classe politica gli si è affidata completamente?

Io credo che per accettare una situazione come quella che viviamo e una legge elettorale come quella proposta si debba essere davvero disperati. Guardi ad esempio cosa è accaduto con D’Alimonte: prima gli hanno messo a disposizione tutti i grandi mezzi di comunicazione. Ora lui stesso si accorge che la legge elettorale così com’è, è pietosa. Non capisco poi cosa abbiano in mente gli alleati del PD: se passa questa legge nessuno di loro può raggiungere più del 4.5 per cento, quindi spariranno. A destra la Lega e l’NCD hanno speranze di farcela alleandosi con Berlusconi. Ma a sinistra non resta nessuno, e Renzi vince da solo. Siamo in mano a matti e disperati basti vedere l’evoluzione seguita dallo stesso Renzi: nel 2012 giocava con temi innovativi, poi dal 2013 ha iniziato a cavalcare l’antipolitica. La proposta sul Senato ne è la riprova: mi chiedo come si faccia a pensare a un Senato trasformato in un dopolavoro dei sindaci d’Italia. Sicuramente è necessario superare il bicameralismo perfetto, su questo non vi sono dubbi, ma se si vuole pensare a qualcosa di serio io credo che si debba guardare ad una soluzione tipo Camera delle autonomie o a un bicameralismo con compiti e sfere di influenza differenziati come avviene in tutti i Paesi che hanno una Camera alta e una bassa. Anche questa proposta di chiudere il Senato è grillismo puro.

Eppure, tornando sull’economia, Renzi dice di avere le coperture…

È un finto proclama. Può essere reale o irreale, ma non è questo il punto perché secondo i canoni vigenti, i calcoli portati dal governo sono ipotetici e, per questo, non possono essere utilizzati come copertura. Per indicare le coperture si può contare solo su soldi certi, che ci sono e sono già entrati.

Il presidente del Consiglio ritiene queste norme vetuste e frutto di una burocrazia superata. Come valuta queste affermazioni?

Inconsistenti. Faccio un esempio: è stato indicato il rientro dei capitali come una delle possibili fonti per le coperture, ma chi ha detto a Renzi che i capitali rientrano? Ci possono essere delle stime, ma non si identificano le coperture su base di stime, non è consentito e per questo la Tesoreria non dà l’assenso.

Le accuse contro la burocrazia sono infondate?

Renzi gioca con questo slogan ed è un gioco molto sporco: spara contro tutti, contro la burocrazia, contro l’Europa. Ma questa demagogia finisce poi per provocare disastri: da palazzo Chigi è arrivata una direttiva che obbliga a far ruotare tutti i dirigenti. È il trionfo e la sistematizzazione dell’incompetenza, tutti vanno dove non sanno cosa fare.

Cosa si aspetta che accada?

Io mi auguro, sinceramente, che questo governo cada e che la legge elettorale non venga approvata. Spero si vada al più presto al voto con lo scampolo di legge che ci ha consegnato la Consulta pur con tutti i suoi limiti. Prima ci liberiamo di questo governo pericoloso, meglio è. Io non ho mai fatto questi discorsi in vita mia, non appartiene alla mia cultura politica, ma credo che la situazione sia pericolosa: consideri che un partito che ha fatto della guerra a Berlusconi la sua ragion d’essere e che era riuscito a metterlo all’angolo, si ritrova con un segretario che rimette in campo Berlusconi trasformandolo nel principale alleato. Con il rischio che vinca proprio Berlusconi alle prossime elezioni.

Secondo lei il Cavaliere cosa pianifica?

Berlusconi si gode la situazione. Lui era stato fatto fuori, ed è tornato in campo. Sta lì a vedere cosa accade con la certezza di essere indispensabile per far andare avanti la macchina. I sondaggi gli danno ragione nel senso che lui è sopra pur con un pezzo in meno. In più ci sono sottosegretari che in qualche modo hanno avuto rapporti con lui. Ha tutto da guadagnare.

Di fronte allo scenario piuttosto negativo che descrive, cosa pensa dell’ipotesi di una Costituente svincolata da responsabilità di governo, per fare le riforme necessarie?

Secondo me una Costituente è auspicabile. Faccio notare che il governo Letta aveva istituito una commissione approvata da un ramo del Parlamento, con l’incarico da fare da progetto pilota per un grande piano riformista.

Intervista di Roberto Capocelli pubblicata sull'Avanti! del 12 marzo 2014

 

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