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Leo Alati

“Mi spiano, temo per la mia vita”

Il memoriale riservato dell’ex presidente dello Ior Gotti Tedeschi, che accusa Bertone, Simeon, Cipriani e Geronzi

Guido Ruotolo

Lo Ior è un istituto privato, creato nel 1942 da papa Pio XII e con sede nella Città del Vaticano. È stato più volte coinvolto in scandali, finanziari e politici, fra cui spiccano l’affare Sindona e il crac del Banco Ambrosiano

 

Due mesi ancora, a guardarsi le spalle, a temere di finire anche lui sotto il ponte dei Frati Neri, a Londra, come Roberto Calvi. Drammatica la lettera, il memoriale «che deve uscire sono nel caso di “incidente”...», consegnata alla fedele segretaria Emanuela il 26 marzo del 2012, due mesi prima appunto di essere detronizzato. Il potente banchiere del Vaticano, il professore Ettore Gotti Tedeschi, presidente dello Ior fino al 25 maggio, temeva per la sua vita e lo ha scritto in un memoriale di tre pagine che sarebbe stato consegnato, in caso di «incidente», al giornalista Massimo Franco, al direttore dell’Osservatore Romano, Giovanni Maria Vian, a un amico dell’infanzia, l’ingegner Garofano.

Lo spaccato che emerge dalla lettura del memoriale è impressionante, perché racconta di uno scontro interno al Vaticano sullo Ior, che ha visto il segretario di Stato Tarcisio Bertone contrapporsi a Gotti Tedeschi e a chi lo sosteneva nell’entourage di Papa Ratzinger.

Temeva per la sua vita, si sentiva braccato, pedinato, intercettato. Era scosso, e lo si intuisce dalle lettura del documento. Senza parole il passaggio in cui il banchiere rivela una confidenza («fatto marginale ma da non sottovalutare») ricevuta dal fratello di Emanuela Orlandi: «Dopo che TB (Tarcisio Bertone, ndr) ha scoperto che lei parla con GG (don Georg Gaenswein, segretario del Papa, ndr) ha dato ordine di isolarla e controllarla...».

Nel suo memoriale il banchiere insiste che vanno considerati altri caratteri ambientali: «Sono o mi sento spiato. Lena sa chi vedo. Sara riferisce tutte le visite a Cipriani, le mie mail sono aperte e lette. A volte (2 volte) sono state persino aperte lettere a me indirizzate, dalla Segreteria di Stato e dall’Aif». Jeffrey Lena, il potente avvocato americano, Paolo Cipriani, direttore generale dello Ior.

Ma ci sono anche gli affari inconfessabili tra finanza laica e vaticana, nel memoriale. Si è sempre sospettato che nell’inaccessibile Ior si nascondessero conti “laici”. Ora lo rivela Gotti Tedeschi, mentre è presidente in carica dello stesso istituto bancario vaticano: «E’ bene ricordare che l’avvocato Severino mi riferì (chiedendomi la discrezione, che ho sempre tenuto) di questo colloquio con Briamonte, nel quale lui confessava di esser lì per risolvere il problema dei conti laici, soprattutto di Geronzi».

L’avvocato Severino, il Guardasigilli Paola Severino precisa telegrafica: «Non ne so nulla, non ero in confidenza con Briamonte (Michele, avvocato, consulente Ior, ndr) e non ho mai saputo nulla dei conti di Geronzi». Cesare Geronzi, il banchiere romano oggi presidente della Fondazione Assicurazioni Generali.

La mail con il «memoriale riservato», indirizzata alla segretaria, Emanuela Mazzanti, Gotti Tedeschi l’ha spedita alle 17.41 del 26 marzo del 2012. Tre pagine. Brevi note del presidente dello Ior alla sua segretaria precedono il testo: «In caso di mio incidente, di qualsiasi tipo, in qualsiasi circostanza o momento, lei è autorizzata a dare i seguenti documenti alle seguenti persone». Un primo dossier l’aveva spedito nei primi giorni del gennaio 2012 al segretario del Papa, don Georg. E questo dossier, precisa alla segretaria, andrà dato anche al direttore dell’Osservatore Romano e all’amico Garofano. La memoria riservata del 13 marzo 2012 sul problema dei “conti” e quella inviata a monsignor Becciu (Sostituto del Segretario di Stato, tuttora in carica, ndr) dell’aprile, invece vanno consegnate insieme al «memoriale riservato» a tutti e tre i destinatari.

«Poiché negli ultimi giorni sono stato oggetto di specifici attacchi attraverso stampa (Fatto Q), blog (Korazym), sms (avvocato Lena), e verbali (P. Cipriani) e poiché in Vat (Vaticano, ndr) si tende a sminuire il tutto, voglio ricordare che detti attacchi tendono a far crollare la mia credibilità e reputazione presentandomi persino come traditore: ho fatto uscire documenti riservati (miei), ho fatto la legge antiriciclaggio e costituito l’Aif (Autorità d’informazione finanziaria, organismo interno del Vaticano creato dal Papa Ratzinger, ndr) in accordo con Banca d’Italia (M. Draghi) per distruggere le finanze Vaticane». L’ex presidente Ior indica i suoi nemici nel cardinale Tarcisio Bertone, nel direttore della Rai Vaticana, Marco Simeon, nel direttore generale dello Ior, Paolo Cipriani, n e l l ’a v v o c a t o americano Jeffrey Lena.

«Ricordo due avvertimenti di Simeon e Cipriani: “Lei passerà allo storia per aver distrutto lo Ior”. Il tutto con un progressivo processo di screditamento verso il Segr di Stato e persino un tentativo (fallito) di screditarmi con mons GG (padre Georg, ndr) e con S. Santità». Gli avvertimenti di Simeon, precisa Gotti Tedeschi, «sono stati a seguito di un tentativo, non riuscito, di “cooptazione” con lui e “ambiente” Cesare Geronzi».

Nelle sue note, il banchiere esterna le sue preoccupazioni per l’«indifferenza del Segretario di Stato alla descrizione di questi fatti». E soprattutto «alla fiducia data a questo avvocato Lena, via di mezzo tra l’agente segreto e il commissario del film La pantera rosa».

Ma questi sono aspetti quasi marginali. Lo stesso Gotti Tedeschi denuncia un «gravissimo fatto» riferitogli da «GG», dal segretario di Papa Ratzinger, don Georg: «Un gravissimo fatto sta nelle calunnie che il Segretario di Stato ha riferito a GG. Dette calunnie si riferiscono a cose che io avrei detto sul Papa. Solo intelligenza, la perspicacia e la buona fede di GG mi hanno permesso di spiegare la calunnia. E di scrivere il cosiddetto dossier. Un altro fatto marginale ma utile a capire sta nel comportamento di mons. Balestrero. Mi tratta con stizza quando gli confermo, durante la visita degli ispettori Moneyval (Ocse, ndr) che mio compito era portare la S. Sede nella white list. Dicendomi che questo era compito suo, Lo ribadisce al principe W. Graetz. Infatti non mi informa, invita e coinvolge nella revisione della lex (TB se ne stupì)».

Ettore Gotti Tedeschi conclude il suo memoriale riportando un sms dell’avvocato americano Jeffrey Lena, e che lui ha girato al segretario del cardinale Nicora, presidente dell’Aif, don Cristiano Falcetto, e al professore Marcello Condemi, ex Bankitalia, membro Aif.

Scrive Lena: «Caro Presidente Gotti Tedeschi, lei crede che in qualità di legale rappresentante dello Ior sia del tutto legittimo che incontri i membri dell’Aif, il suo presidente l’insieme dei direttori e del management? E li incontra per lavorare segretamente contro la legge 127? È sicuro di sapere cosa sta facendo?».

Beh, sembra proprio un avvertimento, quello dell’avvocato Lena. Di sicuro c’è che Gotti Tedeschi viene dimissionato il 25 maggio del 2012. Costretto ad abbandonare lo Ior (continuando a essere il rappresentante italiano del Banco di Santander).

(Articolo pubblicato da La Stampa il 19 aprile 2013)

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