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La voce dei riformisti vercellesi

A proposito della mattanza in Siria

di Pino Macrì

Sono andato sul dizionario della lingua italiana a cercare il significato della parola “catalizzatore”. Mi dice il Sabatini-Coletti, reperibile sul web a cura del Corriere della Sera: in chimica il c. è  una “sostanza che provoca un fenomeno di catalisi”, mentre, in senso figurato, è “elemento, forza che ha il potere di favorire lo sviluppo di un processo e la sua manifestazione”, e che, mi informa Wikipedia, ha comunque la capacità di accelerare tale processo anche fino ad un fattore di 1020.

In sintesi, se noi accostiamo due determinati elementi, dalle caratteristiche contrapposte, può succedere che questi interagiscono fra di loro con estrema lentezza, a meno che non vi sia interposto un “catalizzatore”: nel qual caso la velocità di reazione aumenta esponenzialmente.

Per comprendere ancor meglio tutto ciò, facciamo un piccolo esempio, rimanendo in casa nostra, in Italia: qui, infatti, sono molto diffusi due elementi che periodicamente (o costantemente, dipende dai punti di vista) entrano in contatto, quantomeno attraverso i giornali.

Uno, purtroppo il più diffuso, è il tyrannidis tyrannidis, che si è manifestato in un recente passato attraverso le varianti fascisticus, nazisticus, sovieticus etc, e che oggi si ripropone in continuazione sotto più aggiornate forme, quali il syrianus, l’irachenus, l’afghanus, il cinensis, il cubanus, il sudanensis etc etc.

L’altro è il cosiddetto populus violaceus sive arcobalenicus.

Quest’ultimo è noto per alcuni tratti distintivi, quali la generosità e l’istintiva avversione (per autodefinizione) contro qualsiasi epidemia di tyrannidis tyrannidis.

Ora, però, dacchè Galileo ci ha insegnato che è scientificamente vero solo ciò che è riproducibile sperimentalmente, se si tenta di accostare elementi  qualsiasi dei due ceppi si vede che … non sempre si ottiene la miscela incendiaria che ti aspetteresti.

Se, per esempio, accosti il populus violaceus sive arcobalenicus al tyrannidis syrianus o, in teoria peggio ancora, alla variante sudanensis, non accade nulla; mentre se appena appena lo metti in contatto con l’irachenus o l’afghanus, come minimo assisti ad una policromia di fuochi d’artificio!

La cosa diventa ancora più curiosa ed intrigante se al posto del syrianus ci metti qualche elemento che, almeno in teoria, non dovrebbe nemmeno reagire col populus violaceus, chessò, per esempio il populus ebraicus : apriti cielo! Il fattore di instabilità schizza con una velocità prossima a quel 1020 indicato da Wikipedia! Peggio della nitroglicerina!

Che, davvero, abbia ragione la chimica, e la colpa sia tutta del catalizzatore? Che, per deduzione logica, più che per sapienza scientifica, penso debba essere quel maledetto elemento noto col nome di populus americanus.

A me, che chimico non sono e scienziato nemmeno, mi par consequenziale suggerire un possibile uso del catalizzatore: chissà che, mettendo un pizzico di populus americanus nella patria del syrianus, finalmente il populus violaceus esca dall’insopportabile letargo, le coscienze si risveglino e (forse) la carneficina sarà fermata?

(20 febbraio 2012)

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