Lettera ai siciliani.
Le
migrazioni sollevano problemi. L'ultima, di
fuoco, ancora in corso. Un conflitto tra
estremi che non approderà a un bel niente.
Scrivo ai siciliani perché la Sicilia e'
terra di approdo. Perché la Sicilia 'ospita'
un numero di migranti superiore ad ogni
altra regione italiana. Perché ai siciliani
dobbiamo comunque un 'grazie'. E perché non
possiamo più aspettare le decisioni
dell'Unione Europea ma abbiamo il dovere di
pensare soluzioni stabili.
Emigrazioni e migrazioni non sono la stessa
cosa. E i profughi non sono i clandestini.
La nostra costituzione e le nostre leggi
impongono due strade: ospitare i profughi,
accompagnare fuori dai confini i
clandestini. A differenza degli emigranti di
un tempo, i migranti sono riluttanti ad
accettare leggi e costumi del paese in cui
arrivano. A fronte della universalizzazione
degli oggetti, le persone si tribalizzano.
Mentre la prima generazione si integra
lavorando, quelle successive entrano in
società piu' fragili. Società dove
prevalgono l'angoscia e la paura.
L'intolleranza. Da sempre dogmatismo e
terrore producono intolleranza. Milton e
Voltaire, e prima di entrambi Erasmo da
Rotterdam, hanno scritto pagine bellissime
su questa esperienza umana. Dobbiamo
lavorare su due fronti: noi e loro. Noi.
Evitare di sciogliersi nel nazionalismo
etnico e aiutare i profughi a inserirsi. I
mondi chiusi muoiono. Loro. Conoscere,
imparare, fuggire dalle tradizioni che
confliggono con i diritti universali. Il
multiculturalismo esiste solo se si
rafforzano i valori condivisi che fondano
l'appartenenza a una comunità non se si
chiudono gli occhi di fronte a usanze
tribali. Parole di Touraine. Condivido.
Rispetto le differenze ma non quelle che
mettono in discussione i valori della
repubblica. Vanno difesi i diritti delle
minoranze in nome dei diritti universali ma
le minoranze devono riconoscere il valore di
quei principi. Si vive meglio in una società
dove è certa la parità di genere, dove il
matrimonio coatto non è ammesso, dove
infibulazione e tribunale della sharia non
hanno diritto di cittadinanza. Questo
dovrebbe sostenere la chiesa. E a voce alta.
Infine, quattro proposte.
Chi nasce in Italia e' italiano. Chi ha
diritto di risiedervi otterrà la
cittadinanza dopo un certo numero di anni,
dovrà conoscere la lingua, godere dei
diritti fondamentali e far fronte a
responsabilità collettive. Diritti e doveri,
insomma.
Percorso giudiziario più rapido per quelle
tipologie di reati in cui più spesso
incorrono gli immigrati. Sentenza certa,
giustizia giusta.
L'accoglienza non puo' essere separata
dall'integrazione. L'integrazione si aiuta
anche svolgendo lavori utili per la
comunità. Ti accolgo e tu dedichi parte del
tuo tempo in servizi sociali di cui la
comunità ha bisogno.
Ultimo. Sopperire con urgenza a ciò che
manca. Manca una legge sul diritto d'asilo.
Manca una norma certa sui rifugiati per
motivi che non siano politici. Manca una
differenziazione incisiva tra sfollati e
migranti economici. Infine un 'piano casa' -
già in lavorazione - che risponda alle
necessità di quegli italiani che non hanno
certezza abitativa.
La Sicilia e' terra di accoglienza. Ma se al
salvagente che ogni giorno viene gettato in
mare non si sommano regole certe, trionfano
xenofobia e un buonismo vago. Entrambi di
poca utilità a governare una nazione.
(12/8/2015)
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