Responsabile

Leo Alati

Lettera ai siciliani.

Le migrazioni sollevano problemi. L'ultima, di fuoco, ancora in corso. Un conflitto tra estremi che non approderà a un bel niente. Scrivo ai siciliani perché la Sicilia e' terra di approdo. Perché la Sicilia 'ospita' un numero di migranti superiore ad ogni altra regione italiana. Perché ai siciliani dobbiamo comunque un 'grazie'. E perché non possiamo più aspettare le decisioni dell'Unione Europea ma abbiamo il dovere di pensare soluzioni stabili.
Emigrazioni e migrazioni non sono la stessa cosa. E i profughi non sono i clandestini. La nostra costituzione e le nostre leggi impongono due strade: ospitare i profughi, accompagnare fuori dai confini i clandestini. A differenza degli emigranti di un tempo, i migranti sono riluttanti ad accettare leggi e costumi del paese in cui arrivano. A fronte della universalizzazione degli oggetti, le persone si tribalizzano. Mentre la prima generazione si integra lavorando, quelle successive entrano in società piu' fragili. Società dove prevalgono l'angoscia e la paura. L'intolleranza. Da sempre dogmatismo e terrore producono intolleranza. Milton e Voltaire, e prima di entrambi Erasmo da Rotterdam, hanno scritto pagine bellissime su questa esperienza umana. Dobbiamo lavorare su due fronti: noi e loro. Noi. Evitare di sciogliersi nel nazionalismo etnico e aiutare i profughi a inserirsi. I mondi chiusi muoiono. Loro. Conoscere, imparare, fuggire dalle tradizioni che confliggono con i diritti universali. Il multiculturalismo esiste solo se si rafforzano i valori condivisi che fondano l'appartenenza a una comunità non se si chiudono gli occhi di fronte a usanze tribali. Parole di Touraine. Condivido. Rispetto le differenze ma non quelle che mettono in discussione i valori della repubblica. Vanno difesi i diritti delle minoranze in nome dei diritti universali ma le minoranze devono riconoscere il valore di quei principi. Si vive meglio in una società dove è certa la parità di genere, dove il matrimonio coatto non è ammesso, dove infibulazione e tribunale della sharia non hanno diritto di cittadinanza. Questo dovrebbe sostenere la chiesa. E a voce alta.
Infine, quattro proposte.
Chi nasce in Italia e' italiano. Chi ha diritto di risiedervi otterrà la cittadinanza dopo un certo numero di anni, dovrà conoscere la lingua, godere dei diritti fondamentali e far fronte a responsabilità collettive. Diritti e doveri, insomma.
Percorso giudiziario più rapido per quelle tipologie di reati in cui più spesso incorrono gli immigrati. Sentenza certa, giustizia giusta.
L'accoglienza non puo' essere separata dall'integrazione. L'integrazione si aiuta anche svolgendo lavori utili per la comunità. Ti accolgo e tu dedichi parte del tuo tempo in servizi sociali di cui la comunità ha bisogno.
Ultimo. Sopperire con urgenza a ciò che manca. Manca una legge sul diritto d'asilo. Manca una norma certa sui rifugiati per motivi che non siano politici. Manca una differenziazione incisiva tra sfollati e migranti economici. Infine un 'piano casa' - già in lavorazione - che risponda alle necessità di quegli italiani che non hanno certezza abitativa.
La Sicilia e' terra di accoglienza. Ma se al salvagente che ogni giorno viene gettato in mare non si sommano regole certe, trionfano xenofobia e un buonismo vago. Entrambi di poca utilità a governare una nazione.

(12/8/2015)

 

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