L’allarme di una preside inglese contro la tendenza a «spianare la strada ai
figli»
I genitori «spazzaneve», spianano la strada ai
figli ma li danneggiano
Gli inglesi li chiamano «genitori
spazzaneve». Perché «ripuliscono ogni cosa davanti ai loro figli in modo
che nulla possa andare loro storto e possa minacciare la loro
autostima». Succede a Londra, al collegio femminile di Saint Paul dove
la direttrice Clarissa Farr, racconta al Times, ogni giorno si imbatte
in madri e padri vittime di «ansia frenetica che fa loro rifiutare
l’idea che i propri pargoli possano arrivare secondi». Il che si traduce
in «bambini iperprotetti e incapaci di affrontare un fallimento».
Succede anche in Italia. Dove schiere di genitori arrivano da insegnanti
e presidi e «giustificano, minacciano, mentono perfino pur di proteggere
gli amati figlioletti da una punizione». Succede all’asilo e si va
avanti fino alle superiori. Perché «la scuola è il nemico». Riflette
Daniela Scocciolini, per oltre quarant’anni insegnante e poi preside del
liceo Pasteur di Roma: «La tendenza a prevenire ed evitare qualsiasi
difficoltà ai figli è diventata patologica: padri e madri sono del tutto
impreparati ad affrontare gli insuccessi dei figli, non ci si vogliono
trovare perché non sanno come uscirne». È come se dicessero: «Non create
problemi a mio figlio perché li create a me». E allora, «la soluzione
più facile è dire sempre sì, spianare la strada: sono “genitori non
genitori” che rinunciano a priori a educare i propri figli cercando di
semplificare loro tutto». E la colpa di ogni insuccesso, dice Innocenzo
Pessina, ex preside del liceo Berchet di Milano, 43 anni tra scuole di
periferia e centro,«è data sempre alla scuola, così si arriva ai ricorsi
al Tar per bocciature e brutti voti». Bisogna «insegnare ai ragazzi a
confrontarsi con la realtà, aiutarli nelle strade in salita, faticose e
impegnative, ma non sostituirsi a loro». I genitori, conferma anche
Micaela Ricciardi, preside del liceo Giulio Cesare di Roma, sono
«apprensivi e ai figli trasmettono una grande fragilità». L’unica strada
è parlarci: «Dico loro di tenere la distanza: siate dei punti di
riferimento, ma lasciateli sbagliare, solo così cresceranno
responsabilizzati».
Ma c’è anche «l’ansia frenetica» di far primeggiare i figli ad ogni
costo, la «ricerca del successo» con l’idea che chi sbaglia sia un
fallito: «Crea tanta infelicità tra i ragazzi» dice Silvia Vegetti Finzi,
psicoterapeuta che dal blog «Psiche Lei» su Io Donna osserva ogni giorno
genitori-figli-scuola: «Questo dilagare degli adulti sui figli fa solo
male: si trasmettono aspettative e stereotipi per indirizzarli dando
un’idea di competitività anziché di realizzazione di sé». E magari alla
fine nessuno è contento: «Forse anche per la crisi economica - dice
Vegetti Finzi - i genitori sono più ansiosi per il futuro e si
sostituiscono ai figli, come se dicessero: “Scelgo io per te” e
preparano loro le strade da seguire». E allora? «Lasciateli liberi -
conclude la professoressa -, ritiratevi progressivamente lasciando la
vita di vostro figlio a lui, inclusi fallimenti ed errori». Claudia Voltattorni
Articolo di Caudia Voltattorni pubblicato il 30 novembre 20104
su Il Corriere della Sera
(31/1/2015 ) |