L'Etanolo assorbe più Energia di quella che produce
La verità sull'etanolo, il meraviglioso carburante che si vorrebbe il sostituto della dipendenza degli USA dal
“petrolio straniero”, è che occorre più energia per produrlo, di quanta il carburante di etanolo risultante
possa fornire. Inoltre, per rimpiazzare il petrolio importato con l'etanolo, occorrerebbe coprire più della metà
della superficie terrestre degli Stati Uniti con colture di mais o altre biomasse. Uno degli argomenti più forti contro l'uso dell'etanolo viene dal professor David Pimentel della Cornell University,
un difensore di vecchia data della “bassa tecnologia”.
Questi, insieme ad un suo collega, Tad W. Patzek, professore di ingegneria civile e ambientale, presso l'Università della
California a Berkeley, ha condotto una dettagliata analisi sui rapporti tra input e guadagno di energia nella
produzione di etanolo da mais, “switchgrass” (una specie di foraggio nativo del Nord America - ndr) e biomasse di legno.
Le loro scoperte, pubblicate su Natural Resources Research (Vol.
14, No. 1, marzo 2005, pagg. 65-76), sono:
-
L'etanolo dal mais richiede il 29% in più di energia da
carburante fossile rispetto al carburante prodotto;
-
L'etanolo da “switchgrass” richiede il 45% in più di
energia da carburante fossile rispetto al carburante
prodotto;
-
L'etanolo dalle biomasse di legno richiede il 57% in più
di energia da carburante fossile rispetto al carburante
prodotto.
Pimentel e Patzek hanno considerato l'energia usata per
produrre il mais, il che include la produzione di pesticidi
e fertilizzanti, macchine agricole, irrigazione e trasporto,
più l'energia necessaria per distillare l'etanolo. Come ha detto Pimentel al servizio stampa della Cornell
University nel luglio 2005, “Non c'è proprio nessun
beneficio nell'usare biomasse per il carburante liquido.
Queste strategie non sono sostenibili...La produzione di
etanolo richiede un largo uso di energia fossile, e perciò
contribuisce all'importazione di petrolio e gas naturale e
al deficit USA.” Pimentel ha calcolato che occorrono circa 131.000 BTU (Unità
Termiche Britanniche) per fare un gallone di etanolo (circa
4 litri- ndr), ma un gallone di etanolo ha un valore
energetico di sole 77.000 BTU, una perdita netta di 54.000
BTU per gallone. Pimentel e Patzek non hanno incluso nei loro calcoli il
costo dei sussidi federali e statali che sono elargiti alle
grandi aziende produttrici di energia da biomasse. Da notare
che Pimentel sostiene l'uso di biomasse solo per il
riscaldamento domestico e non per la produzione di
carburante liquido. Non è tutto Ma non è tutto. Anche gli entusiasti della produzione di
etanolo, come l'ex direttore della CIA James Woolsey, notano
che il maggiore ostacolo alla sostituzione della benzina con
l'etanolo è il suo “alto costo di produzione” e il fatto che
richieda “ampi sussidi.” Woolsey ed altri puntano sulla
nuova ricerca in ingegneria genetica che dovrebbe sviluppare
speciali microbi per far fermentare il mais e le altre
biomasse. Ma a Woosley e soci sfugge l'elefante dell'etanolo
che siede in mezzo ai loro argomenti: l'uso del suolo. Il dottor Howard Hayden, professore emerito dell'università
del Connecticut ed editore della newsletter The Energy
Advocate, nota in un articolo sul numero di primavera 2006
della rivista 21st Century Science & Technology, che “per
produrre etanolo per tanta energia quanta ne usiamo per i
trasporti, richiederebbe 1,1 miliardi di acri dedicati alla
produzione di mais ad alto rendimento, con tutte le cose che
gli ambientalisti odiano: fertilizzanti, irrigazione, e
pesticidi. Ciò equivale a circa 1,8 milioni di miglia
quadrate, circa il 51% della superficie terrestre dei 50
stati.” Questo enorme utilizzo del suolo non preoccupa le molte
aziende che sono intossicate dalla prospettiva dei sussidi
governativi per distillare alcool come carburante. Il
Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti ha
annunciato ad aprile che un'azienda della Florida, la
Progress Energy Florida, ha firmato un contratto
venticinquennale per comprare energia da un impianto a
“biomassa erbacea”da 130 megawatt nella Florida centrale, il
quale riceverà un sussidio governativo per i prossimi dieci
anni. In Georgia, un'altra azienda di energia alternativa, la
Earth Resources, progetta un impianto energetico a
escrementi di pollo (tecnologia per la quale è stata
finanziata con un milione di dollari dal Ministero
dell'Agricoltura USA). Altre compagnie stanno aprendo la
strada all'uso di letame di vacca con sussidio governativo. In California, lo stato da lungo tempo leader in schemi
energetici anti-economia-fisica, il Governatore Arnold
Schwarzenegger ha firmato da poco un ordine esecutivo che
stabilisce il traguardo di produrre il 20% dei 900 milioni
di galloni di bio-carburante consumati in un anno nello
stato all'interno dello stato stesso entro il 2010,
arrivando al 40% entro il 2020 e al 75% per il 2050.
L'ordine richiede inoltre che le biomasse forniscano il 20%
dell'elettricità generata per andare incontro alle richieste
di energia rinnovabile dello stato - un vero perdente di
energia. Allo stesso tempo, gruppi ambientalisti della California
citano un rapporto dell'Università della California che
dimostra come l'uso di etanolo risulterebbe in una più alta
concentrazione di inquinanti tossici nell'aria. L'odierna spinta verso l'etanolo deriva direttamente dalla
controcultura, inflitta agli USA circa trent'anni fa, con la
promozione di una società post-industriale e l'abbandono
della scienza e della tecnologia. La realtà e l'economia
fisica sono divenute irrilevanti e, come nella “Neolingua”
del romanzo 1984 di Orwell, “più” è diventato “meno”. Da qui
la popolarità dell'etanolo e il non-sviluppo di tecnologie
avanzate (fissione e fusione nucleare) che possano fornire
energia ad una società industriale.
(25-10-2013)
|