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Leo Alati

Con i dazi su Cambogia e Birmania salvi qualità e lavoro

Il mondo del riso ringrazia l'Ue. Coldiretti e associazioni di categoria soddisfatti dopo l’annuncio della Commissione

«E’ necessario che il riso che entra in Italia rispetti gli stessi criteri nostri, a tutela della dignità dei lavoratori e della qualità del prodotto. Finalmente si parla di ripristino dei dazi per bloccare l’arrivo di riso da Cambogia e Myanmar». Soddisfazione dai vertici della Coldiretti Piemonte per l’annuncio della Commissione Europea di voler applicare la clausola di salvaguardia a tutela della filiera risicola europea. Bruxelles ha deciso infatti di ripristinare i dazi alle importazioni di riso dal sud est asiatico: i dazi verranno applicati per tre anni con una tariffa doganale di 175 euro a tonnellata per il primo anno, e in misura ridotta per il secondo e terzo anno. Nel documento conclusivo dell’indagine avviata nel marzo scorso, la Commissione ha riconosciuto il danno economico dovuto ai volumi di importazioni di riso indica in Europa, e ammette anche che in Cambogia ci sono state violazioni dei diritti umani in relazione all’accaparramento delle terre: due elementi che giustificano l’attivazione della clausola di salvaguardia e lo stop alle agevolazioni. 

 

L’entrata indiscriminata di riso senza alcun dazio ha messo in ginocchio i produttori risicoli del territorio: il Piemonte è la regione italiana con i numeri maggiori a livello produttivo, con 117.000 ettari di terreno coltivati a riso, 8 milioni di quintali di produzione e quasi 1900 aziende. «Non è accettabile - afferma il presidente della Coldiretti Piemonte, Roberto Moncalvo - che l’Unione Europea continui a favorire, con le importazioni, lo sfruttamento e la violazione dei diritti umani nell’indifferenza generale. E’ fondamentale garantire inoltre che dietro gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali, ci sia un percorso di qualità che riguarda l’ambiente, la salute e il lavoro, con una giusta distribuzione del valore». La necessità di ripristinare i dazi è stata sostenuta con diverse mobilitazioni anche delle sezioni di Vercelli e Biella della Coldiretti, osserva il presidente Paolo Dellarole. «L’aumento del 66%, tra settembre 2017 e luglio 2018, delle importazioni di riso dalla Birmania - aggiunge - ha provocato il crollo delle quotazioni del riso in Italia ed in Piemonte, mettendo in ginocchio le imprese». 

 

Tutto il mondo risicolo si è mobilitato, da Ente Risi ai ministeri delle Politiche agricole e dello Sviluppo economico, fino alle associazioni di categoria. «Come presidente de Il Dazio è Tratto, e come risicoltore, sono contento della possibilità di introduzione della clausola di salvaguardia - commenta Piero Actis -, che è nei 5 punti programmatici della nostra associazione. Io e i miei consiglieri, proprio un anno fa, eravamo stati i primi a fornire alla Commissione e al Governo italiano un documento dettagliato sul tema: ora, chi ci ha snobbati e derisi, deve scontrarsi con la realtà dei fatti. È inutile chiudere le importazioni da certi Paesi, se poi si aprono le frontiere con altri Stati che di fatto portano a noi produttori lo stesso danno, ma gli stessi favoritismi alle industrie. Ora attendiamo un altro passo, sempre inserito nel nostro programma: la riforma dello statuto e la riorganizzazione dell’Ente Risi».

Articolo di Roberto Maggio pubblicato su La Stampa il 12 novembre 2018

 

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