La crescita paradossale
Nunziante Mastrolia
Il
fatto che il consenso del M5S continui a
salire nonostante i tanti inciampi è un
fenomeno particolare e per certi versi
preoccupante.
Questa “crescita paradossale” a me pare
che si alimenti di un sentimento, che
(ne discutevamo qualche giorno fa con
Giovanni Perazzoli) certo si innesta su
un manicheismo che inquina l’habitat
politico italiano da decenni, che mai
come ora ha avuto così tanta forza nella
storia politica italiana e che produce
un fenomeno nuovo e cioè una sorta di
“complottismo di massa”.
L’idea cioè che il M5S e Grillo siano
gli unici senza macchia che lottano
contro “il Palazzo”, dove sono
asserragliati sordidi individui che
tramano e complottano per far fallire il
Movimento e distruggere l’Italia.
In quest’ottica paradossale, ogni
inciampo diventa una medaglia al valore,
ogni errore una certificazione di
spontaneità e genuinità, ogni leggerezza
la prova provata dell’estraneità del
Movimento all’establishment, al Palazzo
per l’appunto.
In tutto ciò, gli elementi preoccupanti
sono tre.
Il primo, la continua delegittimazione
delle istituzioni liberal-democratiche,
che sarebbero sempre infettate da chi
nell’ombra trama e si ingozza.
Il secondo, gli errori del Movimento e
le sue incongruenza e sbandate appaiono
dei successi solo ad un gruppo di
illuminati che ha una maggiore e più
vera consapevolezza del reale. Gli
altri, quelli che criticano il Movimento
per i suoi errori, altro non sono che
ingenui, preda di un visione
superficiale delle cose.
Il terzo, nel momento in cui gli errori
diventano successi e il nero diventa
bianco, non solo il Movimento diventa
impermeabile ad ogni critica (quelle le
fanno gli ingenui) ma, il che forse è
anche peggio, salta il ragionamento
razionale e si entra in un universo
fantasy dove il cavaliere senza macchia
combatte contro il nulla che avanza e
che tutto distrugge.
Chiudo dicendo che a me questo fenomeno
nuovo “il complottismo di massa”, di cui
francamente non riesco ad individuare
con esattezza le origini e le cause, mi
pare un composto fatto del “primato
morale” del PCI di Berlinguer dopo la
“seconda svolta di Salerno”, del
qualunquismo di Giannini, del “complotto
giudaico-plutocratico-massonico”
fascista, della cesura pasoliniana tra
Paese reale - Palazzo, della retorica
della “resistenza incompiuta” di una
parte della tradizione partigiana.
Mi pare ci sia tutto questo, ma la somma
di questi singoli elementi fa del
“complottismo di massa” grillino un
fenomeno di gran lunga peggiore anche
rispetto ai singoli elementi. Mala
tempora.
17 gennaio 2017
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