Responsabile

Leo Alati

La crescita paradossale

Nunziante Mastrolia

Il fatto che il consenso del M5S continui a salire nonostante i tanti inciampi è un fenomeno particolare e per certi versi preoccupante.
Questa “crescita paradossale” a me pare che si alimenti di un sentimento, che (ne discutevamo qualche giorno fa con Giovanni Perazzoli) certo si innesta su un manicheismo che inquina l’habitat politico italiano da decenni, che mai come ora ha avuto così tanta forza nella storia politica italiana e che produce un fenomeno nuovo e cioè una sorta di “complottismo di massa”.
L’idea cioè che il M5S e Grillo siano gli unici senza macchia che lottano contro “il Palazzo”, dove sono asserragliati sordidi individui che tramano e complottano per far fallire il Movimento e distruggere l’Italia.
In quest’ottica paradossale, ogni inciampo diventa una medaglia al valore, ogni errore una certificazione di spontaneità e genuinità, ogni leggerezza la prova provata dell’estraneità del Movimento all’establishment, al Palazzo per l’appunto.
In tutto ciò, gli elementi preoccupanti sono tre.
Il primo, la continua delegittimazione delle istituzioni liberal-democratiche, che sarebbero sempre infettate da chi nell’ombra trama e si ingozza.
Il secondo, gli errori del Movimento e le sue incongruenza e sbandate appaiono dei successi solo ad un gruppo di illuminati che ha una maggiore e più vera consapevolezza del reale. Gli altri, quelli che criticano il Movimento per i suoi errori, altro non sono che ingenui, preda di un visione superficiale delle cose.
Il terzo, nel momento in cui gli errori diventano successi e il nero diventa bianco, non solo il Movimento diventa impermeabile ad ogni critica (quelle le fanno gli ingenui) ma, il che forse è anche peggio, salta il ragionamento razionale e si entra in un universo fantasy dove il cavaliere senza macchia combatte contro il nulla che avanza e che tutto distrugge.
Chiudo dicendo che a me questo fenomeno nuovo “il complottismo di massa”, di cui francamente non riesco ad individuare con esattezza le origini e le cause, mi pare un composto fatto del “primato morale” del PCI di Berlinguer dopo la “seconda svolta di Salerno”, del qualunquismo di Giannini, del “complotto giudaico-plutocratico-massonico” fascista, della cesura pasoliniana tra Paese reale - Palazzo, della retorica della “resistenza incompiuta” di una parte della tradizione partigiana.
Mi pare ci sia tutto questo, ma la somma di questi singoli elementi fa del “complottismo di massa” grillino un fenomeno di gran lunga peggiore anche rispetto ai singoli elementi. Mala tempora.

 

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