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Leo Alati

La candidata fascista che non si commuove

Emanuele Macaluso

Leggo una dichiarazione di Giorgia Meloni: “Mi vergogno di essere rappresentata in Europa da Federica Mogherini, Alto Rappresentante della UE per la politica estera e di sicurezza, che ieri è scoppiata a piangere durante la conferenza stampa sui fatti di Bruxelles. È il simbolo di un’Europa debole, molle e incapace”.

 

Una fascista non piange anche se a Bruxelles assiste ad una carneficina e vede massacrare tante persone. La foto della madre che all’aeroporto copre con il suo corpo i bambini, tra tante persone straziate, non commuove una fascista. Del resto, i suoi genitori politici, i suoi maestri, spedivano nei vagoni piombati anche i bambini ebrei nei campi di sterminio. E certo non si commuovevano.

 

Oggi “La Stampa” annunciando l’uscita di un libro sul rastrellamento del ghetto di Varsavia pubblica la foto di un bambino che, come gli adulti, alza le mani di fronte ai nazisti armati di mitra. È una foto che ho visto più volte e che mi commuove sempre. Nella stessa pagina è anche pubblicata una foto del cadavere del bimbo siriano che le onde del mare hanno restituito alla sabbia. I fascisti di ieri, di oggi e di domani, non si commuovono perché stanno sempre dalla parte degli aguzzini.

 

È la Meloni, e non la Mogherini che esprime umanità e fermezza (le due cose non sono incompatibili), a suscitare vergogna. La durissima Meloni con la sua umanità si è candidata a sindaco di Roma. Se nella città, spero che ciò non avvenga mai, si verificasse quel che abbiamo visto a Bruxelles, potremmo avere un sindaco che non si commuove. Ma, per fortuna della città e di tutte le persone che hanno una umanità non assisteremo, ne sono certo, a questo indegno spettacolo.

(24 marzo 2016)

 

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