Breve storia di 25 anni di delirio italiano
Perché siamo messi così
Mattia Feltri
Il prossimo febbraio
saranno venticinque anni dall'inizio di Mani
pulite. Quella era un'Italia in cui pochi
avevano valutato l'impatto della fine della
Guerra fredda, che avrebbe obbligato l'Italia a
cavarsela da sola, senza protezioni
internazionali. Entra in vigore Schengen.
Persone e merci circolano liberamente per
l'Europa. Bisogna stara a galla nel mondo del
mercato non protetto. Il nostro sistema
costituzionale, basato sull'atlantismo,
sull'antifascismo e sull'anticomunismo, viene
giù sotto i colpi delle inchieste. Per un
momento, essere stati corrotti conta più di
essere stati dalla parte giusta della storia, e
sebbene siano corrotti anche partiti di
opposizione, come Pds e Lega, che sopravvivono.
Ci si racconta che le improvvise difficoltà
economiche dipendono dalle ruberie dalla
politica. Non è vero, è una sciocchezza.
Dipendono dalla politica nella misura in cui ha
promosso un sistema di welfare, una tolleranza
dell'evasione fiscale, un'esorbitanza della
pubblica amministrazione che sono il segno di un
paese che vive allegramente, da anni, sopra le
proprie possibilità. Ma raccontarsi che i soldi
mancanti sono quelli rubati dai partiti
funziona, sebbene sia una percentuale
infinitesimale. Per i giornali, che si
autocertificano liberi, prendendo a calci un
potere morente; per la magistratura che così può
dire di non essere stata sulla luna, fin lì; per
gli imprenditori, che raccontano di essere
taglieggiati mentre erano partecipi di un
sistema che comunque ha garantito benessere a
tutti; per il popolo intero, che non sa vivere
secondo regole, evade il fisco, è assenteista, e
trova l'alibi e il capro espiatorio.
È cominciato il grande corto circuito. I
partiti nascenti e sopravvissuti sono i
fondatori dell'antipolitica: per proliferare, a
sinistra e soprattutto a destra, dicono: noi non
siamo i politici tradizionali, siamo gente del
popolo, imprenditori, fuori dal sistema. Noi
siamo contro la casta. E si combattono l'uno con
l'altro additandosi a vicenda come disonesti,
avvelenatori, alleati sanguinari di fantomatici
poteri forti. Cioè: dicono alla gente quello che
la gente vuole sentirsi dire, non la verità.
Non
si confrontano su idee che non hanno, ma sulla
più violente delegittimazione. I quotidiani, le
tv, i libri, i film, tutta la narrazione segue a
ruota. Siccome bisogna avere lettori ed
elettori, spettatori, estimatori, si racconta
loro quello che è più facile, più comodo, più
falso. E non basta mai. Perché i media sono
bugiardi per definizione. In realtà nulla ci è
nascosto, tranne le (poche) cose buone, le mille
assoluzione, la Tav all'avanguardia in Europa,
Milano che rinasce. Niente: bisogna dire che il
sistema fa schifo per accreditarsi come
antisistema e avere successo, spingere
l'asticella sempre più in là. Non abbiamo mai
avuto tanti martiri della libertà come oggi:
migliaia di sedicenti martiri, che sfidano il
Mostro. Poi i giornali perdono copie, ma non
sanno come uscirne, come rinnovarsi, recuperare
autorevolezza. I partiti perdono elettori ma,
idem, non sono capaci di riprendere una strada
seria: si accaniscono a schiaffi in tv, l'odio e
la diffamazione sono l'unica chance, vanno su twitter e facebook e abbandonano le periferie,
non c'è più una sede di partito, un luogo in cui
qualcuno possa avere un sostegno. E' una corsa
senza fine.
Ora ci sono i cinque stelle e sono
anche bravi e volenterosi: loro nelle periferie
ci sono, e sgobbano, ma ci sono anche con le
loro ossessioni Bilderberg, le scie chimiche,
l'uomo mai stato sulla luna, il complotto
mondiale contro il popolo, le loro idee che
inconsapevolmente raccattano dai più diffusi
slogan dei totalitarismi novecenteschi. E' un
onda che non si può più fermare. Un'onda mossa
dalle migliori intenzioni, ed è con le migliori
intenzioni che si fanno i danni peggiori.
Prepariamoci.
16 dicembre 2016
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