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Leo Alati

La "bava di drago" invade pacificamente le stoppie nei campi

STROPPIANA - La bella giornata di ieri è stata l’occasione buona per andare alla riscoperta della ‘Bava del drago’, la gigantesca ragnatela tessuta da piccoli ragni che anche quest’anno, nel mese di novembre, ha invaso tutto il territorio della pianura vercellese. Si tratta di un velo sottile, quasi invisibile se non si osserva controsole, specie con la luce radente del pomeriggio.
Il fenomeno è apparso solo da alcuni anni e si può ben dire che l’invasione (diciamolo pure ‘pacifica’ ma fastidiosa) ricopra quasi il 100 per cento dei territori coltivati a riso dove, dopo la mietitura, rimangono ormai solo le stoppie. Ma non ne sono immuni boschi e giardini e spesso i vetri di auto in sosta, cartelli stradali, biancheria stesa e qualsiasi altra cosa dove la bava appiccicosa possa avvilupparsi.
In questi ultimi anni sono stati realizzati studi in merito, sfatando quanto si è raccontato nelle ‘leggende più o meno metropolitane’ che hanno parlato di bambagia silicea, di capelli d’angelo, di neve di vetro, di esperimenti nucleari, di depositi di scie chimiche. Spesso e volentieri di provenienza extraterreste. A creare la definizione ‘bava del drago’ è il professore prarolese Giovanni Ferraris, insegnante universitario di cristallografia in pensione, che ha aggiunto alla ‘vera realtà’ un pizzico di fantasiosa inventiva del nome. E la realtà non è che un fenomeno di ‘ballooning’, il modo di spostarsi nell’aria di piccolissimi ragni che secernono ‘seta’ sollevata e trasportata insieme a loro dal vento!

Articolo tratto da http://www.vercellioggi.it

 

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